Rete Cittadinanza Costituzione Legalità

 

            Gent.mi,

Ersiliadanza, Compagnia di danza riconosciuta dal MiBAC, è lieta di sottoporre alla Vs cortese attenzione il progetto di formazione del giovane pubblico alla visione delle arti performative.

“Ragazzi Si Danza” prevede, grazie al sostegno dell’Assessorato alle Politiche Giovanili e Cultura del Comune di Verona, nella persona dell’Assessore Avv. Briani, 

la possibilità di ospitare presso il proprio plesso scolastico o di poter partecipare al Teatro Camploy, alla visione di spettacoli di danza, attraverso il pagamento di un biglietto simbolico di 1 euro a partecipante.

Per qualsiasi informazione aggiuntiva, per prenotare la Vostra partecipazione in Teatro telefonare al

3470415767 referente Alberta Finocchiaro.

 

Nella speranza che la proposta possa suscitare il Vostro interesse, restiamo in attesa di un riscontro e cogliamo l’occasione per porgere i nostri più cordiali saluti

DI SEGUITO IL CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI E LA PRESENTAZIONE DEI SINGOLI SPETTACOLI 

 

 

TEATRO CAMPLOY

INIZIO ORE 11

Lunedì 29 Novembre

 

“A sbagliar le storie” ispirato a favole al telefono di Rodari 

(Se interessati possibile replica pomeridiana alle 15)

fascia d’età dai 6 ai 13 anni

Regia e coreografie: Alberto Munarin 

con: Elena Governo e  Alberto Munarin

 

 

SCHEDA ARTISTICA

“A SBAGLIARE LE STORIE”

è uno spettacolo ispirato all’opera di Rodari e si divide in due perfomance: – “ASBAGLIARE LE STORIE” per un pubblico dai 4 ai 10 anni, della durata di 20 min, da fare all’interno delle scuole d’infanzia e primarie di primo grado. –

“A SBAGLIARE LE STORIE.

 OVVERO QUANDO LE FAVOLE ERANO AL TELEFONO”

per un pubblico dai 6 ai 18 anni e oltre, della durata di 45 min, da fare all’interno dei teatri.

TRAMA.

Giovanni Perdigiorno, sempre distratto, e Alice, detta “Cascherina” perché casca sempre, sono due fratelli che giocano nella loro cameretta: una sedia, un bastone, delle felpe, un cerchio e dei libri sono gli spunti per inventare giochi che a volte posso suscitare preoccupazioni in un ipotetico papà che si trova in un’altra stanza della casa, immerso nelle sue faccende e nei suoi piccoli dubbi legati alla crescita dei figli.

Uno spettacolo descrittivo, a tratti evocativo, leggero, con pochi oggetti scenografici, dove la danza si mescola alle interazioni video, e che tocca il tema dell’alfabetizzazione emotiva.

A partire dall’opera di Rodari mi sono posto alcuni interrogativi:

  • Quali suggestioni può suscitare una “bambina-che-casca-sempre” come Alice cascherina?
  • Quali accostamenti tra colori e stati d’animo o emozioni possono nascere seguendo la trama del racconto “A sbagliare le storie”?
  • La danza può evocare il piacere della lettura … prendersi un tempo per fermarsi e leggere?

Ritengo che Rodari sia stato un rivoluzionario nell’uso della fantasia, che ha poi manifestato nell’uso della lingua italiana: mi sembra a volte un giocoliere per come abbini ed accosti parole ed immagini; per le suggestioni che crea, per come coglie la quotidianità e per la semplicità con cui ridona la stessa al lettore.

Con la stessa giocoleria ho cercato di mescolare alcuni ingredienti:

l’immaginazione, la fantasia, la noia, i litigi, i grandi interrogativi esistenziali ….

“cosa vuol dire amare?”.

Alberto Munarin

 

  

Venerdì 10 DICEMBRE

“Coppelia”

(Se interessati possibile replica pomeridiana alle 15)

fascia d’età dai 14 anni e per tutti

Con Midori Watanabe e Carlotta Plebs

 

COPPELIA

nuova creazione 2021

di Laura Corradi

“Coppélia” o “La fille aux yeux d’email” con coreografie originali di Arthur Saint Léon su musiche di Léo Delibes, compositore di fama che ispirò anche Tchaicowsky,  fu rappresentato per la prima volta il 21 maggio 1870 all’Opera National de Paris, con l’italiana Giuseppina Bozzacchi non ancora diciassettenne nel ruolo principale. Il balletto ottenne un enorme successo, nonostante questo le repliche vennero interrotte a causa della guerra franco-prussiana e dell’assedio di Parigi del 1870-71.  Coppelia, essendo intriso di umorismo e avventura, segna un passaggio importante del balletto romantico, che abbandona il mondo piuttosto oscuro di villi e silfidi per addentrarsi in un ambito mai perlustrato dalla tradizione romantica.  La trama tradizionale vede una giovane donna, Swanilda, promessa in sposa a Franz, che stravede di gelosia perché un giorno lui manda un bacio da lontano ad una ragazza seduta dietro una finestra con un libro sulle ginocchia.  Sono tante le peripezie e le emozioni che passano e che conducono Swanilda a conoscere da vicino Coppelia, salvo poi scoprire che si tratta di una bellissima bambola meccanica costruita con amore da un giocattolaio-mago che vorrebbe infondere in lei la vita.                               

Mi stimola tanto lavorare sui due personaggi femminili, la donna reale pervasa di emozioni, accecata dalla gelosia, istintiva e irruente, vittima di ogni possibile fragilità umana, e la bambola meccanica, perfetta , che non può perdere mai il controllo proprio perché è un robot, bellissima e algida.  Approfondirò quindi questo aspetto di “Coppelia”, anche perché lavorerò con due interpreti che conosco molto bene e le cui caratteristiche personali calzano alla perfezione con il tema sopracitato: Carlotta Plebs, interprete sanguigna ed emozionale, capace di sgangherarsi per poi riprendersi in grandi risate, e Midori Watanabe che per educazione e cultura di origine è in grado di controllare ogni emozione oltre ai muscoli, con un viso che sa di irreale.   

Il confronto si snoda tra reale e ideale e la riflessione vorrebbe capire dove segnarne il confine. A volte i nostri limiti si imbattono nella rigida opinione che abbiamo di noi stessi, e quando la rigidità viene abbattuta, si aprono molte nuove porte verso quelle che sembravano mete solo ideali . Perché ognuno di noi segue i suoi ideali, il lavoro ideale, il partner ideale, così che le aspettative si alzano e l’ideale diventa illusione.  Ma la tendenza a risolvere la realtà nell’idea non porta a nulla, perché sognare fa bene , benissimo, ma a patto che dal sogno si sappia rientrare. 

Questo andrebbe detto a tutti i personaggi maschili dei balletti romantici, che puntualmente , alla vigilia delle nozze con una ragazza in carne ed ossa, si innamorano perdutamente di silfidi, villi e bambole meccaniche.

E lo dico anche a me che amo tanto uscire dalla realtà…

Laura Corradi

 

 

 

Martedì 21 DICEMBRE

“Find me: on the nature of wolves”

fascia d’età dai 16 anni e per tutti

 

SCHEDA ARTISTICA

Find me: on the nature of wolves”

è il nuovo spettacolo di Fòov Dance Company,

giovane compagnia entrata da quest’anno nella rete di Ersiliadanza

Il 21 dicembre il Teatro Camploy di Verona accoglierà la prima nazionale del nuovo spettacolo di Fòov Dance Company, una riflessione sull’importanza di recuperare il nostro legame con la natura e la nostra identità.

Il progetto è stato selezionato dal comune della città scaligera per il cartellone ufficiale “Fuori Programma: l’Altro Teatro”. 

“Find me”, ideato, diretto e coreografato da Lucia Salgarollo, è un grande contenitore di ricerca che osserva come si cala la mente nei luoghi fisici, ma è anche un’indagine dei luoghi della nostra mente: il viaggio di ogni essere umano fuori e dentro di sé. Questo capitolo in particolare, “On the nature of wolves”, è una riflessione sull’importanza di recuperare il nostro legame con la natura e con il nostro io più profondo, collocato all’interno di uno specifico contesto ambientale: è la volontà di ritrovare la casa nel bosco, metafora di identità e autoconservazione.

Attraverso l’osservazione scientifica di un branco di lupi e sfatando credenze popolari, questo progetto artistico multiforme racconta le dinamiche sociali e di comunicazione fra esseri umani: distorsione percettiva, aggressività, paura, bisogno di libertà, di essere compresi e di far parte di un gruppo. 

Oltre alla performance danzata dal vivo, lo spettacolo è supportato anche da un percorso videografico originale firmato da Danny Rambaldo, e da una mostra fotografica nel foyer del Teatro a cura di Mirko Fin.

La ricerca dell’io attraverso uno studio sull’uomo e l’animale

Chi sono veramente i lupi nella nostra società? Come identifichiamo il selvatico? “Find me: on the nature of wolves” è molto più di uno spettacolo sulla ricerca del proprio io più autentico: è uno studio scientifico, sociologico ed etologico sull’uomo e l’animale rielaborato in chiave artistica grazie al potere della danza, della fotografia e della videografia. È una ricerca, senza giudizio e pregiudizio, che vuole ascoltare ogni voce in campo, con lo scopo di restituire un quadro oggettivo e riflettere sull’essere umano, sui suoi bisogni primari.  

Vivo vicino a una zona geografica dove vi è una popolazione di lupi, di ungulati selvatici e allevatori con bestiame – spiega Lucia Salgarollo – Ho scelto di studiare il lupo e di raccontarlo attraverso il mio lavoro, per dimostrare che qualsiasi animale selvatico non va temuto senza razionalità o mistificato, va semplicemente compreso, evitando pregiudizi, favole e leggende… tutti fattori che danneggiano noi e lui. Questa ricerca è una riflessione sull’importanza di recuperare il nostro legame con la natura. Attraverso l’osservazione scientifica di vari branchi in differenti aree geografiche e con l’intento di restituire all’animale la sua vera immagine, desidero raccontare parallelamente le dinamiche sociali e la comunicazione fra gruppi di persone, che possiamo osservare ogni giorno in società: aggressività, paura, bisogno di libertà, di solitudine, ma anche di essere compresi e, talvolta, di far parte di un nucleo, di conoscersi e identificarsi.”

“When your heart stops beating”: La mostra fotografica

“Se riuscissimo a metterci nei panni degli altri, tanto da sentire gli altri come se fossimo noi, non avremmo più bisogno di regole, di leggi. Perché agiremmo per il sentire comune e quindi non faremmo mai qualcosa contro qualcun altro che sentiremmo come se fosse noi”. (Alekseevič Kropotkin)

When your heart stops beating” è un progetto fotografico ideato da Mirko Fin e Lucia Salgarollo, realizzato grazie alle competenze del Professor Mauro Delogu dell’Università di Bologna, Dipartimento Scienze Mediche e Veterinarie, Servizio Fauna Selvatica ed Esotica.

Il percorso visuale vuole permettere allo spettatore di immedesimarsi nel corpo e nell’anima di un lupo. Viscerale, diretto e profondo, questo progetto fotografico è stato pensato per colpire lo spettatore attraverso l’impatto visivo, lasciandogli poi la scelta se scoprire o meno dove e come sono state realizzate le fotografie.

FIND ME: ON THE NATURE OF WOLVES È SOSTENUTO  DA:

  • Parco Natura Viva, Verona
  • Professor Mauro Delogu, Università di Bologna, Dipartimento Scienze Mediche e Veterinarie, Servizio Fauna Selvatica ed Esotica 
  • Fulvio Valbusa, monitoraggio branco della Lessinia, Verona
  • WAC, Parco dell’Appennino Tosco Emiliano
  • Allevamento Cosmo Daniel Elite di Daniela Ciotti, Rimini
  • Avvocato Barbara Paoletti, specializzata in C.I.T.E.S., normativa sulla fauna selvatica, parchi e strutture zoologiche 

ALTRE INFORMAZIONI SULLO SPETTACOLO: 

  • Direzione artistica e coreografia: Lucia Salgarollo
  • Danzatori: Fòov  Dance Company
  • Regia video e extra sound design: Danny Rambaldo
  • Mostra fotografica:  Mirko Fin
  • Light Design: Alberta Finocchiaro
  • Costumi: Cristina Salvetti e Fòov Dance Company
  • Comunicazione: Mirko Fin, Giulia Giarola
  • Coordinamento: Simone Antonelli, Stefano Bertoldi 

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